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In questo lavoro cercherò di chiarire la differenza tra psicoanalisi e psicoterapia. Impresa non semplice, perché tutto lascia pensare che psicoanalisi e psicoterapia siano la stessa cosa, complici i media, la cultura e chiunque si occupi di formazione, non ultima la psicologia e lo stesso ordine degli psicologi. Ma anche gli stessi psicoanalisti ci hanno messo del loro nel confondere le idee, in alcuni casi non sapendo più distinguere, tra una e l’altra, in altri casi non sapendo neanche loro se il loro trattamento fosse psicoterapia o psicoanalisi.
Guardando un film sentiamo parlare di psicoterapia e psicoanalisi come se fossero sinonimi e lo psicoterapeuta si definisce spesso psicoanalista. Senza poi dilungarci sul notare che la stessa tecnica della psicoanalisi è del tutto assente anche quando il nostro bravo psicoterapeuta fa sdraiare il paziente sul lettino, invece che sul divano, gli si pone di fronte, prende appunti, parla più del paziente, lo interroga, interpreta continuamente quello che gli viene detto.
La psicoanalisi è di Freud
Già solo queste poche osservazioni richiederebbero di soffermarsi a lungo su alcune modalità che non hanno niente a che vedere con la tecnica a cui Freud si era tanto raccomandato di attenersi, proprio per non trasformarla in una psicoterapia psicoanalitica. Ciò che oggi sembra moderno, originale, più adeguato o più empatico per Freud fu qualcosa che dopo averlo sperimentato, decise di abbandonare, in quanto non adatto per quello che andava scoprendo nella sua ricerca che lo portò all’invenzione della psicologia del profondo come scienza diversa e distinta da ogni altra.
Anche Freud all’inizio si sedeva di fronte ai pazienti, poi si rese conto che era necessario che non lo vedessero in volto, per lasciare che il pensiero fluisse libero, senza soffermarsi sulla sua mimica facciale. Freud all’inizio provò ad usare il suo lettino medico, quando fece le prime prove con la tecnica psicoterapeutica dell’ipnosi, poi lo abbandonò in quanto lo riteneva troppo assimilabile alla medicina e quindi confusivo per sé e per il paziente. Allora optò per il famoso divano, che altro non era che una comoda chaise longue o come diceva Freud un divano ‘occidental orientale’.
Lo scopo di Freud era che il paziente fosse messo nelle condizioni migliori per poter lasciar fluire liberamente le libere associazioni che fluivano spontaneamente al suo libero pensiero, senza che nulla lo potesse condizionare.
Freud raccomandò anche allo psicoanalista di non prendere appunti di quello che ascoltava in seduta, per evitare di organizzare i pensieri entro un qualche schema (non sistematizzare) confidando sul fatto che l’inconscio dell’analista avrebbe ritrovato i ricordi di quanto ascoltato quando sarebbe stato necessario (cfr. S. Freud ‘Tecnica della psicoanalisi’ in: OSF vol. 6 pp. 523- 546, 1911-1912). Inoltre suggeriva, per la medesima ragione, un ascolto fluttuante da parte dell’analista (cfr. S. Freud, Nuovi consigli sulla tecnica della psicoanalisi in OSF vol. 7 pp. 333-380, 1913-1914) che è esattamente il contrario di quello che ci viene suggerito dai media e dall’opinione comune che dipinge il bravo psicoterapeuta (o psicoanalista?) come molto attento, concentrato, empatico. Inoltre si era addirittura speso in un saggio per raccomandare agli psicoanalisti di non praticare una psicoanalisi “selvaggia“, (OSF vol.6 pp.325-331) riferendosi con questo termine a coloro che si permettevano troppe interpretazioni o troppo affrettate del materiale portato in seduta.
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Dopo pochi anni dalla fondazione da parte di Freud della psicoanalisi, come scienza con il suo corpus dottrinale, la sua specifica teoria e pratica, già negli anni 30 avevamo la psicologia analitica di Jung, la psicologia individuale di Adler. Oggi esistono Le psicoanalisi: psicoanalisi freudiana, psicanalisi junghiana, psicanalisi adleriana, psicanalisi esistenziale, psicanalisi lacaniana, psicanalisi di gruppo, psicanalisi relazionale, micropsicoanalisi, e altre ancora.
Gli stessi specialisti usano il termine psicoanalisi per definire con unico nome dottrine e tecniche molto differenti tra loro, senza distinguere se si tratti di psicoanalisi o psicoterapia, spesso parlano di psicoterapia psicoanalitica contribuendo in modo considerevole ad aumentare la confusione.
Ma Freud ha espresso più volte la sua contrarietà alla medicalizzazione della psicanalisi (cfr. S. Freud: Il problema dell’analisi condotta da non medici. Conversazione con un interlocutore imparziale, in OSF, vol. X -1926).
Per cercare di renderle giustizia, ribadisco che la psicoanalisi non è una psicoterapia.
Come cura la psicoterapia
La psicoterapia è un sistema di cura finalizzato alla risoluzione di situazioni di sofferenza psichica fondata sull’impiego di mezzi puramente psicologici (metodi e tecniche).
Psicoterapia è un metodo usato «per rimuovere disturbi mentali, emotivi e comportamentali», un’attività diretta alla guarigione da vere e proprie malattie (ad es. l’anoressia) il che la inquadra nella professione medica.
Lo scopo
La differenza essenziale tra psicoterapia e psicoanalisi risiede proprio nel loro scopo, ciò a cui sono finalizzate. La psicoterapia ha lo scopo di fare terapia, cioè di guarire mentre la psicoanalisi ha uno scopo conoscitivo.
Da paziente a soggetto
Ma, in secondo luogo, ma di primaria importanza, la psicoterapia, come tutte le terapie prevede un intervento attivo su un soggetto passivo, per così dire oggetto di terapia. La psicoanalisi al contrario vede il soggetto (analizzando) in posizione attiva (pensante e parlante) e l’analista in posizione passiva (posizione di ascolto).
L’esperto
Infine, la psicoterapia prevede un terapeuta esperto, competente, addirittura abilitato come competente e tale competenza viene applicata su un paziente la cui competenza è “irrilevante“. Ciò che fa testo in psicoterapia e “garantisce” l’esito è la preparazione certificata del terapeuta.
La psicoanalisi invece mette il soggetto al centro, lo riconosce come competente e pensante. Ciò di cui ha bisogno l’analizzando è semplicemente conoscere e applicare la tecnica di indagine della psicoanalisi, ma poi sarà lui a esserne l’artefice. In questo la psicoanalisi ha un forte valore abilitante del soggetto costituendolo da subito come protagonista del lavoro di conoscenza che fa sulla sua persona.
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In conclusione
La scienza psicanalitica è innanzitutto scienza del pensiero e utilizza una tecnica precisa che è un metodo di indagine, uno strumento conoscitivo del pensiero del soggetto e dell’altro, l’inconscio.
Lo scopo conoscitivo e il suo metodo di indagine è la sua funzione primaria.
L’effetto terapeutico in psicanalisi, se consegue da tale indagine, risulta come effetto secondario. Solo se si persegue la meta conoscitiva è possibile conseguire anche effetti terapeutici, ma l’obiettivo della psicoanalisi non è terapeutico.
Gli effetti terapeutici possono essere conseguiti, ma non devono essere ricercati come tali.
In analisi il conseguimento di una conoscenza oggettiva relativa al soggetto è la sola meta legittima del trattamento.
AGGIORNATO IL: 14/09/2021
Crediti: Divano di Freud
Immagine di copertina: Foto di Geralt – pixabay.com
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